Nel suo libro di memorie, Angela Merkel racconta il suo veto all’ingresso dell’Ucraina nella NATO e come affrontò Trump.
el suo nuovo libro di memorie, “Libertà: Memorie 1954-2021”, Angela Merkel affronta questioni chiave del suo cancellierato, tra cui il delicato rapporto tra Ucraina e NATO. Durante il suo mandato, la ex cancelliera tedesca prese una posizione chiara contro l’adesione immediata dell’Ucraina all’alleanza atlantica, decisione che continua a difendere. Merkel scrive che, pur comprendendo il desiderio dei Paesi dell’Europa orientale di garantirsi maggiore sicurezza, una scelta simile avrebbe comportato rischi geopolitici significativi.
Angela Merkel e la NATO: il veto sull’Ucraina
Tra i motivi principali c’era la presenza strategica della flotta russa in Crimea, un elemento che avrebbe potuto destabilizzare ulteriormente la regione.
Per Merkel, accettare nuovi membri nella NATO non avrebbe dovuto migliorare solo la sicurezza di quei Paesi, ma anche quella dell’intera alleanza. Tuttavia, la decisione di non garantire all’Ucraina e alla Georgia lo status di MAP (Membership Action Plan) fu interpretata dalla Russia come una provocazione. Come scrive nel libro, «Il fatto che la Georgia e l’Ucraina non abbiano ricevuto un impegno per lo status di MAP è stato un “no” alle loro speranze. Per Putin, il fatto che la NATO abbia promesso loro un impegno generale per la loro adesione è stato un sì all’adesione alla NATO per entrambi i Paesi, una dichiarazione di guerra».
Con Trump, il consiglio del Papa sui cambiamenti climatici
Non meno complessa fu la gestione del rapporto con Donald Trump, specialmente sul tema degli Accordi di Parigi sul clima. Merkel racconta nel libro di essersi rivolta al Papa per un consiglio su come dialogare con l’allora presidente americano. Trump, secondo la cancelliera, ragionava come un immobiliarista, concentrandosi su interessi immediati e sulla massima convenienza economica.
Come scrive, «Ogni porzione di terra può solo essere venduta una volta: o lo fai tu o lo fa qualcun altro». Di fronte a questa logica, Merkel chiese al Papa: «Senza fare nomi, gli chiesi come avrebbe affrontato opinioni fondamentalmente diverse in un gruppo di personalità importanti». La risposta del Pontefice fu chiara: «Piegare, piegare, piegare, ma assicurarsi che non si rompa».
Per Merkel, quell’immagine rappresentava un equilibrio tra il confronto diretto e la necessità di trovare punti comuni. La sua strategia, racconta, fu quella di presentare gli Accordi non come un vincolo politico, ma come un’opportunità economica per gli Stati Uniti.
Le memorie di Angela Merkel, che saranno pubblicate in contemporanea in 30 Paesi, offrono un raro sguardo dietro le quinte della politica internazionale. Tra decisioni difficili e dialoghi complessi, emergono i tratti distintivi di una leadership che ha segnato un’epoca.